Viaggio nella favola di Planet Bhaktapur I
Lunedì 14 Febbraio 2000
Ma lekhchhu.
Pronuncialo Mo’ lekciu^. Con la mosca che si è posata sulla U.
Diresti “Adesso leggo”. Vuol dire “Io scrivo”…
Nella lingua di questo Paese.
Così diverso e unico.
E io scrivo.
MO’ LEKHCHHU…Ma una Kappa seguita da un’Acca, una C e doppia Acca tutte insieme una dietro l’altra puoi trovarle solo Qui. Con una U per finale.
MU SCRUVU.
Stanotte ho sognato di Simone, pur senza vederlo.
Ricordo una sera a Rovinaccia…Beh…Si chiama così…Alta Valtellina.
Dentro il Ford Transit bianco. Agosto 81. Tutto il tempo a parlare solo con le U.
La conversazione ebbe su di noi effetti esilaranti tanto irresistibili da indurci a partire la mattina dopo per il mare di Sardegna. Io e Simone, conosciutici la mattina prima. Amici per le U.
E’ stato il Chicco a parlarmi di Simone, stanotte. Per il momento Sogno ancora in Italiano…
Mi ha detto, prima di finire coinvolti in un tragico film di avventure, che Simone adesso vive in brianza e ha un Bambino che si chiama Jonathan.
Martedì 15 Febbraio 2000
Attenzione alla testa !
La porta della casa dell’Architetto è stata studiata a misura di piccolo Uomo.
Ci sediamo in Tre senza scarpe fra stuoie e cuscini dai colori tenui. Dominano il verde acqua chiara e un giallino sfumato tendente al bianco…Un po’ zucchero di Canna…Straraffinati.
BOTH !
E sopra c’è GANESH. Una faccia di bronzo d’Elefante, mezzo metro cubo appeso alla parete. Il dio dei commercianti usato come portafortuna. Lui, Ganesh, pare se ne fotta di tutto e di tutti, però si lascia pregare e pagare un po’ dovunque.
Siamo lì in Tre sotto Ganesh.
Con orecchie da Elefante ci ascolta. Noi si parla di affari…
Ma Sogno. Lo disegno e lo scrivo.
La sera Asiatica di un Martedì di Febbraio.
C’è tanta musica in giro per la città, di tempio in tempietto.
Nessun motore.
EkhcciU’ ! Salute…Fa’ freddo.
Io scrivo che sono anche felice.
Stasera cantavo parole incomprensibili insieme a tutto lo Staff del Ristorante.
Quattro tenori e un somaro.
Sto imparando il presente indicativo:
Ma (pronuncia mo’) -chhu Io vado Ma jan-chhu (infinito janu)
Tapai -chhau Tu vai Tapai jan-chhau etc.
U -chha
Hami -chhau
Tapaiharu -chhau
Uniharu -chha
E sto imparando a contare:
Ek, dui, tin…Cian, pach, cià…Sat, acht, nou, dos…!
Tutto come un Bambino.
Come cominciare un’altra Vita.
Con la mia testolina, sempre la stessa, sulle stesse spalle…Un po’ curve.
MERO NAM FRANCESCOHO…L’ultima O Aspirata.
Solo una lezioncina, stasera.
Ed è già notte. Altri Sogni. MO’ SUTCHHU (dormo)…MO’ CITAUNCHHU (Sogno).
Mercoledì 16 Febbraio 2000
Una giornata in terrazza.
L’Architetto disegna, io aspetto al sole senza particolari aspettative.
Lui lavora in un ufficio a Kathmandu, a dodici chilometri da qui, da questa BHAKTAPUR che cammina, che suona flauti e tamburi per me.
Passa un’attrice locale a salutarmi, il suo Sari di seta rosa è incantevole. L’ ha preceduta un buffissimo giovane segretario dalla parlata velocissima che mi ha lasciato un indirizzo misterioso.
Serata poco ispirata.
Sarà perché il Boss vuole licenziare il povero Sudan e Lui ha chiesto aiuto a me.
Li avevo attorno in tre, Sudan-Yam-Atmaram, mentre conversavo stasera con una coppia di inglesi sulla sessantina. Mi ascoltavano tutti e tre compiaciuti parlare di Bhaktapur e del mio progetto. Anche la signora inglese non mi staccava gli occhi di dosso ed era facile leggere un’ammirazione profonda…Pensare che all’ inizio li avevo sorpresi con un “Scusate il mio inglese imperfetto, d’altra parte probabilmente Voi non sapete una sola parola d’italiano…” Lui aveva riso, e incassato.
Lei alla fine non voleva alzarsi dal mio tavolo. E ancora vicino alle scale proprio non riusciva ad andare via. Mi guardava e si ripeteva “…Francesco…” come volesse fermarmi nella memoria di un Viaggio.
“Siamo stati molto fortunati a parlare con Te. Ti auguriamo tutta la migliore fortuna !”
Giovedì 17 Febbraio 2000
Aspetto il 18. Di solito è un numero importante per me.
C’è il problema del traliccio. La strada, a parer mio e dell’Architetto, gli passa un po’ troppo vicino e, adesso o nel futuro, sarebbe opportuno costruirne un’altra riservata ai pedoni. Il padrone di un fazzoletto di terra che farebbe al caso nostro non ne vuole sapere di vendere, nemmeno di affittare.
Il suo fazzoletto di terra vale poche rupie…Lui vuole trasformarlo in oro zecchino.
Chi saranno mai il gatto e la volpe ?
Oggi ho goduto di un matrimonio nepalino. E’ questa la stagione.
Una bella banda di ottoni, flauti, piatti, trombe e tamburi. Tutti vestiti di rosso. Hanno suonato due ore fra i templi qui sotto in attesa degli sposi.
E gli sposi arrivano su una TATA indiana grigio metallo sgangherata, coi vetri oscurati e ricoperta da strisce di fiori color arancio. Arrivano e subito van via, sulla loro TATA.
Preceduti dalla banda rossa e seguiti dal corteo: i Bambini felici, le donne eleganti, gli uomini in abito scuro. Prima di arrivare alla meta attraverseranno in lungo e in largo tutta Bhaktapur. In questi giorni ci sono 2-3 cortei nuziali quotidiani. Passano tutti qui sotto.
Io pensavo a Flavio e Valentina su una TATA FUCSIA, con la banda, tutti i colori dell’arcobaleno e riso con le lenticchie in giardino. Avevo gli occhi luccicanti e stupefatti.
Oggi la banda e il corteo sono tornati qui alle sette; uomini, donne e Bambini molto più numerosi di otto ore prima.
Altra musica e poi tutti a casa.
E’ la BHAKTAPUR quasi invisibile dai turisti e dalle persone che hanno la sventura di alloggiare a Kathmandu.
La MUSICA, qui, è il motore di tutto. Qui TUTTO è molto poco. Sembra proprio che a loro basti.
Mi affaccio adesso alla finestra sulla via principale, all’ angolo con la piazza della Pagoda dai 5 piani.
Sono le undici di sera.
Musica in lontananza, un battere di bastoni per terra, un rintocco di campana, uomini che, virili-virili, passeggiano abbracciati; donne che si affrettano verso casa; nessun motore in giro.
60000 abitanti, Bhaktapur. 60 automobili, sì e no.
Qualche minitrattorino cinese che trascina carretti pieni di gente e verdura.
Tre giorni fa’ l’arzilla nonna di Uttam è caduta dal carretto mentre andava a un party e si è ammaccata dappertutto, ha raccontato ridendo il mio giovane socio, futuro manager nel nostro progetto. Adesso Uttam deve cucinare il dal bath.
Per la sua Nonna che gli ha fatto da mamma.
Chiudo la finestra su una città incantata.
E chi sono il gatto e la volpe ancora non lo so.
Passata la notte Sudan è rimasto al suo posto di lavoro. Grazie ai miei consigli, mi ha detto.
Non potevo perdere uno dei miei maestri nepalini. Tutti analfabeti al punto giusto.
Venerdì 18 Febbraio 2000
Stasera abbiamo incontrato il notaio. Lunedì prossimo l’Architetto finirà il primo progetto, dopo ci incontreremo anche con l’avvocato. Io, Uttam e i tre laureati.
Intanto il padrone del terreno confinante non cede alle nostre lusinghe. “Non se ne parla nemmeno” ha detto in newari stretto stretto.
Alle undici, ora del breakfast, ho chiacchierato con una ragazza marsigliese che gira il Nepal da un mese con il suo compagno.
Parlavamo la stessa lingua di Bhaktapur e mi ha invitato a cenare in loro compagnia.
Hanno un amico film-maker in Francia che vorrebbe trasferirsi a Changu Narayan.
La cena è andata a monte perché alle sette è arrivato il notaio e alle 8 e mezza, massimo nove, tutta Bhaktapur chiude i commerci e le cucine.
Restano aperti i portici dei templi.
Ieri notte pensavo: io Qui posso scrivere, Flavio dipingere, la Vale danzare, Gaetano suonare e aprire un barber-shop, Cico progettare una rivoluzione e, nel frattempo, occupare il terreno del losco vicino, Mauro insegnare i cartoni animati ai Bambini, Giacomo fare o non fare e star bene, il Boretti aprire una succursale di “Gianni Teli e Tappeti”, la Rocca dirigere il lavoro in cucina…
Un appartamento costa sulle 180000 lire al mese. Luce, cibo e acqua per due persone circa 260000 lire al mese. Circa £.440000 (quattrocentoquarantamila) da dividere fra due persone per pagare luce e affitto, mangiare, bere e star bene.
Chissà se una volta fondata una Company possano poi eventualmente entrare a farne parte altri soci “Stranieri”. E quanti…
E’ una questione di permessi e di Sogni.
Il Mare ?
Il Mare è vicino a Calcutta…traghettone per le ANDAMANE.
Ci sono il Tamil Nadu e il Kerala. Sri Lanka e il Bangladesh. Volendo volando la Tailandia.
Ci vuole troppo tempo ad andare ?
Il tempo qui, e forse solo qui, è davvero senza orologio e poi…Prova a pensare un Viaggio dal NEPAL alle ANDAMANE in autobus e traghetto, passando DENTRO il Nepal, un po’ d’INDIA e CALCUTTA.
Dove andrete in vacanza ? Alle Andamane.
E quanto impiegherete ? Tre settimane.
Tre anda e tre rianda. E del tempo per stare là.
Lontani dal terreno del vicino…Dicono abbia l’erba più verde.
Managgia…
Sabato 19 Febbraio 2000
C’è una novità.
L’albero che copriva la vista di parte della valle verde è stato tagliato.
Quello che c’era dietro c’è ancora ma si è trasformato, per un’area di circa mt.200×100 a un centinaio di metri di distanza dal nostro terreno sulla collina, in un deposito di mattoni del piccolo e sfumacchiante cementificio “Lontano” circa 300 metri.
Volavo sulla nebbia della Lombardia, al confine con l’Emilia, vicino a Piacenza. Si aspettava l’O.K per l’atterraggio a Linate e si girava in tondo. Tornavo a Dicembre dal Nepal.
Guardavo giù, seduto vicino a un Bambino che mi chiedeva se oltre l’azzurro ci fosse Gesù.
Giù, sotto l’azzurro e sotto di noi in volo, c’era un mare di bianco soffice; spuntavano solo due ciminiere bianche e rosse, quelle di un cementificio (?) nostrano.
Qui sono spuntate, lontane ma non troppo, le mie due torrette nere, inodori al primo sniffo però oggi è giorno di forte raffreddore e non sono sicuro di niente.
Vero è che stanno ricostruendo il ponte alla destra del tempio, a duecento metri dal terreno del vicino, vicino al nostro.
Il nostro …Con la vista più bella della valle: energetica a nord con l’Himalaya e “L’albero della luce”, fortificante a nord-est con le montagnette di mattoni. A est, più in là, due pinnacoli di fumo. A sud Bhaktapur e la Vita che Le scorre dentro. A Occidente Kathmandu, gli aerei che arrivano e se ne vanno…e l’Italia..lontana un volo.
E la nave va. Tra luci e tralicci.
E, per edificare la nostra casa, di certo nessun problema per i mattoni. Per non dire delle cave di sabbia, profonde 30 metri, un miglio più su, sulla strada pedonale per Changu Narayan. In fondo omini che scavano e trasportano fuori cestoni ricolmi, con una cinta in testa e ben curvi sulla schiena.
E’ un lavoro pagato bene, quattro volte il salario di un maestro elementare nelle scuole private. 8000 lire al giorno per andare su e giù con la sabbia.
Dicevo… “Una scavatrice e un camioncino…”. Risposta: “Se metti una macchina gli otto di questa buca perdono il lavoro e quattro volte la paga di un cameriere in Guest-House, ma senza mance, vitto e alloggio.
Dall’altra parte del traliccio, dei mattoni e dalla sabbia lontana -quasi come il Mare- l’orizzonte è spettacolo da est a nord. 270 gradi di bellezza. 360 se guardi più in alto, fra l’Himalaya e il cielo.
A meno di un chilometro da qui, mirando a sud il sole del pomeriggio, puoi vedere i 5 piani della “Pagoda” in Taumadhi Tole, nel centro di Bhaktapur.
Un quarto d’ora a piedi, al mio passo.
L’inventore della moviola in campo.
In tempo reale.
Un po’ artefatta.
Sono stato cinque giorni sulla Top Terrace, cullato dal vento e rincoglionito dal sole, leggendo il Kathmandu Post che mi viene regalato con la colazione oppure studiacchiando nepalino.
TAPALAI KASTO CHHA ? Come stai ?
MALAI SONCHAI CHHA ! Sto bene !
MALAI SONCHAI CHHAINA ! Non sto bene !
Il resto del tempo osservo Bhaktapur che cammina piano, compra verdura e suona.
E tutti passano qui sotto almeno una volta al giorno.
Ogni camminata, ogni vestito, ogni risata, ogni insalata che vedo dal mio “Tetto del mondo” ha ai miei occhi e ai miei sensi il sapore, i colori e il profumo di un mistero antico quasi come il pane.
PAUROTI è il pane.
PANI è…L’acqua.
Qui, dove un po’ tutto è alla rovescia.
E il tempo non è padrone.
Il Paese dei Poveri che sorridono. Perché straricchi del “Fondamentale”.
Un popolo che è piccolo e semplice come un mistero antico.
Ma non sa la ricetta della michetta…
Mi manca il pane buono.
E posso farne a meno.
Riso e lenticchie per tutti !!! Si festeggi il ponte nuovo alla faccia del cementificio nero.
In fondo sono solo due pinnacoli di fumo, meno buono, sullo sfondo.
La nave va avanti, adagio.
Anche se il Mare è un Sogno.