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  REXO 07:43pm, Mon 09, Aug Atene: ricompare murales del 'Che'
Atene: ricompare murales del 'Che'
Rimosso in mattinata, riappare su palazzina atleti cubani
(ANSA) - ATENE, 9 AGO - Dopo qualche ora e' ricomparso su un altro lato della palazzina cubana al
villaggio olimpico il murale di Che Guevara rimosso in mattinata. 'L'immagine del Che - aveva commentato prima del cambio di collocazione lo schermidore cubano Candido Campo - e quella di Fidel sono le attrazioni del Villaggio. E' molto bello, tutti si fermano a fare commenti ed a scattare foto: si tratta di due grandi figure che significano tanto per noi, per il popolo latino e per il mondo'.






Le repliche a questo messaggio sono qui sotto
  maxultrasbs 08:50pm, Mon 09, Aug Atene: ricompare murales del 'Che'
E chissenefrega di questi 2 ?

  MkO 10:00pm, Mon 09, Aug Atene: ricompare murales del 'Che'
idem come max...

  Baco 11:10am, Tue 10, Aug Atene: ricompare murales del 'Che'
Di buona famiglia, nasce a Buenos Aires nel 1928, Ernesto Guevara De La Serna detto "CHE". Appassionato di viaggi in motocicletta, gira in lungo e in largo per l'America Latina, conosce luoghi e realtà diverse. E' affetto da asma cronica, ma ciò non gli impedisce di laurearsi in medicina agli inizi degli anni '50. In Guatemala viene a conoscenza delle precarie condizioni di fame e miseria delle popolazioni sottoposte al Regime di Dittatura Comunista di Jacobo Arbenz. A causa dei forti interessi economici degli Stati Uniti in Guatemala, viene inviato un contingente militare statunitense a rovesciare il dittatore. Comincia così un odio smisurato da parte del "CHE" verso gli Stati Uniti. In una notte del 1955, Guevara incontra in Messico un giovane avvocato cubano in esilio che si prepara a rientrare a Cuba, Fidel Castro. Subito entrano in sintonia, condividendo gli ideali, il culto dei "guerriglieri" e la volontà di espropriare il dittatore Batista dal territorio cubano. Il CHE sbarcherà a Cuba insieme a Fidel e altri guerriglieri in esilio. Nel 1956, autonominatosi comandante di una colonna di partigiani, si fa notare per la sua crudeltà e determinazione. Un ragazzo non ancora ventenne, un guerrigliero della sua unità, rubò per fame un pezzo di pane ad un compagno. Senza processo o interrogatorio, Guevara lo fece legare ad un palo e giustiziare mediante fucilazione. Nel 1958 riporta la prima "vittoria" sui miliziani del regime di Batista a SANTA CLARA. Un treno carico d'armi viene intercettato e bloccato dalla sua unità armata, facendo prigionieri una cinquantina di soldati; in seguito a questa operazione, il dittatore Batista fugge sconfitto e Guevara fu nominato "procuratore" (boia) della prigione della CABANA. La popolazione cubana era in festa, non sapevano che i successori di Batista avrebbero portato molto più morti e disperazione che la speranza di una vita migliore! L'ufficio in cui esercita Guevara, diventa teatro di torture e omicidi tra i più efferati. Secondo alcune stime, sarebbero stati uccisi oltre 20.000 persone, per lo più ex compagni d'armi che si rifiutavano di obbedire e che si conservavano, al contrario del "CHE", democratici e non violenti. Nel 1960 il "pacifista" GUEVARA, istituisce un "campo di concentramento" sulla penisola di GUANAHA, dove trovarono la morte oltre 50.000 persone colpevoli soltanto di non condividere i suoi ideali di "PACE E FRATELLANZA"!! Ma non sarà il solo campo, altri ne sorgeranno come a Santiago di Las Vegas dove c'è il campo Arco Iris, nel sud'est dell'isola sorge il campo Nueva Vida, nella zona di Palos si istituisce il campo Capitolo, quest'ultimo è un campo speciale per bambini sotto i 10 anni! Se una persona si era resa colpevole di reato a sfondo politico veniva arrestata insieme a tutta la famiglia. La maggior parte degli internati veniva lasciata con indosso le sole mutande, le celle non erano mai pulite, si lasciavano a marcire per anni nei propri escrementi in attesa di fucilazione o torture indicibili. Successivamente gli fu conferito l'incarico di Ministro dell'Industria e presidente del BANCO NACIONAL, la Banca centrale di Cuba. Guevara non perde tempo a mettere in pratica il suo"modello sovietico". Elogia l'odio per le proprietà e per lo "sporco" denaro ma sceglie di abitare in una grande e lussuosa casa colonica in un quartiere residenziale a l'AVANA. Impone la povertà forzata alla popolazione mentre lui vive nel lusso più abominevole in cui si possa trovare un COMUNISTA. Pratica sport impensabili per l'economia di Cuba, sia allora che oggi. La vita "comoda" e l'ozio ammorbidiscono il guerrigliero Guevara; mette su qualche chilo e passa il tempo tra un party e le gare di tiro a volo, ma non disdegna la caccia grossa e la pesca d'altura. In omaggio a Lenin, chiama il suo primogenito Vladimir. Nel suo testamento, da buon allievo della scuola Maoista-Leninista del Terrore, scrive: "AMO L'ODIO, BISOGNA CREAREL'ODIO E L'INTOLLERANZA TRA GLI UOMINI, PERCHE' QUESTO RENDE GLI UOMINI FREDDI, SELETTIVI E LI TRASFORMA IN UNA PERFETTA MACCHINA PER UCCIDERE". Queste parole non vengono da Heinrich Himmler, il fondatore e ideatore delle SS germaniche, bensì dall'uomo che per oltre 30 anni è stato falsamente mitizzato come simbolo di pace e uguaglianza, di amore per il prossimo e di fratellanza. Guevara si adopera a diffondere sistematicamente la guerriglia in giro per il mondo, il suo motto: "Creare due, tre, mille Vietnam!" Nel 1963 è in Algeria dove si unisce a Dèsirè Kabila, un marxista, grande sterminatore di popolazioni civili. Il suo continuo desiderio di diffusione per la lotta armata, lo porta del 1967 in Bolivia dove si allea col Partito Comunista Boliviano ma non riceve alcun appoggio da parte della popolazione locale, nessuno di loro si unisce alla sua unità di guerriglieri. Isolato e braccato, Ernesto Guevara De La Serna detto "CHE", venne catturato dai miliziani locali boliviani e giustiziato il 9 ottobre 1967. Molti lati di questa vicenda non furono mai chiariti come non si saprà mai quali responsabilità ha avuto Fidel Castro nella morte del "CHE".


Eh si bravo CHE.


  SUPERPADREPIO 11:41am, Tue 10, Aug Atene: ricompare murales del 'Che'
Ci dai la fonte, Baco ? GRAZIE !!!
Ci hai regalato momenti di divertimento...
Dimmi la fonte che mi ci Reco ad abbeverarmi.
Sicuro, fra l'altro, di non incontrare Max. Al nostro non gliene puo` importar de meno...Perche` non sa che il Che ha studiato a Bergamo e Fidel ha giocato nei pulcini dell'Atalanta !!!

  NepalRainbow&Superpadrepio 03:09pm, Tue 10, Aug UNA SUPERVITA
UNA SUPERVITA (Prima puntata)

Il 14 giugno 1928, Ernesto Guevara Lynch e Celia de la Serna y Llosa annunciano felici la nascita del loro primogenito. Com'è tradizione in Argentina, lo battezzano con il nome del padre. Nato un mese prima del previsto a Rosario de la Fe, il bambino eredita anche due diminuitivi: "Ernestito" e "Tetè".
Nelle vene di Ernestito scorre una miscela esplosiva irlandese, spagnola e basca. Sua madre Celia è l'erede di una famiglia di proprietari terrieri imparentati con i Grandi di Spagna e del Nuovo Mondo. Ragazza ribelle, la graziosa aristocratica ha abbracciato la causa femminista alla fine della prima guerra mondiale. A Buenos Aires, la più europea tra le capitali dell'America Latina, è una delle prime donne a dare scandalo portando i capelli corti. Guida la macchina, firma assegni e "accavalla le gambe in pubblico", precisa una delle sue cugine.
Celia ha messo gli occhi su un giovanotto del suo ambiente. Ma Ernesto Guevara Lynch le sembra meno arrogante ed impacciato di tutti i suoi corteggiatori dell'aristocrazia locale. Bel ragazzo, simpatico, ha ereditato l'argento vivo di un bisnonno che, costretto all'esilio, senza esitare aveva preso parte alla corsa all'oro in California. Non sopporta di restare dietro una scrivania. Abbandona gli studi di architettura e conduce la giovane sposa e il bambino nel Nord-Est del paese, per occuparsi delle piantagioni di "mate", un'erba il cui infuso è la bevanda più popolare in Argentina e Paraguay.
FINE PRIMA PUNTATA.


CANZONI E POESIE...:

Sei partito alla grande con Alberto e con la moto
Siam venuti tutti quanti a salutarvi
Con un augurio, un abbraccio, una risata e una bottiglia
E le ragazze una lacrima ed un bacio
Nel bagaglio avevate due coperte e un po' di mate
Una chiave del 10 e fil di ferro
Una mappa, qualche libro, un paio di indirizzi
Hermanos, vayanse con Dios!
Nonstante le cadute e le rotture del motore
Avete attraversato il continente
E scroccato da mangiare e sofferto freddo e fame
E abbandonato la moto in rottami.
Hai parlato con gli indios rassegnati ed impassibili
Ai mineros dai polmoni avvelenati
Ai lebbrosi sepolti in ospedale giù all'inferno
E li hai portati nel ricordo con te
Addio, non perderti
Resta allegro come sei
Dalle piste di Temuco
Alle vette di Abancay
Tieni gli occhi sempre aperti
Custodisci l'ultima idea
Noi ci prepariamo a seguirti
TRANSAMERIKA
Ho sentito che da allora sei diventato grande
Comandante vittorioso e poi ministri
Che hai sfidato dittatori e per anni li hai beffati
E che adesso tutto il mondo ti conosce.
Ma a noi piace ripensare alla tua voglia di partire
Alla moto caricata all'impossibile
Agli scherzi di Alberto, alla sete di avventura
E' un bel modo per dire libertà
Addio, è il capolinea
So che non ritornerai
A Quebrada de lo Yuro
Ti aspettavano i macellai
Ti hanno mostrato ai giornalisti
Hanno detto "Eccolo, è lui"
Regna l'ombra su Valle Grande
TRANSAMERIKA
Addio, dormi tranquillo
Perché non finisce qui
L'avventura è ripartita
Resta intatta l'ultima idea
E da qualche parte del mondo
C'è qualcuno come te
Che prepara un nuovo viaggio
TRANSAMERIKA
(Modena City Ramblers)


Non scrivi più, e non ti sento più,
so quel che fai e ho un po' paura, sai.
Son senza sole le strade di Rosario,
fa male al cuore
avere un figlio straordinario:
a saperti là sono orgogliosa e sola,
ma dimenticarti... è una parola...
Bambino mio, chicco di sale,
sei sempre stato un po' speciale,
col tuo pallone, nero di lividi e di botte,
e quella tosse, amore,
che non passava mai la notte;
e scamiciato,
davanti al fiume ore e ore,
chiudendo gli occhi,
appeso al cuore.
O madre, madre,
che infinito, immenso cielo
sarebbe il mondo se assomigliasse a te!
Uomini e sogni come le tue parole,
la terra e il grano come i capelli tuoi.
Tu sei il mio canto,
la mia memoria,
non c'è nient'altro
nella mia storia,
a volte sai, mi sembra di sentire
la "poderosa" accesa nel cortile:
e guardo fuori: "Fuser, Fuser è ritornato!",
e guardo fuori e c'è solo il prato.
O madre, madre
se sapessi che dolore!
Non è quel mondo che mi cantavi tu:
tu guarda fuori,
tu guarda fuori sempre,
e spera sempre
di non vedermi mai;
sarò quel figlio
che ami veramente,
soltanto e solo
finchè non mi vedrai.
(Roberto Vecchioni)


C'è, in un'isola lontana, una favola
cubana
che vorrei tu conoscessi almeno
un pò
c'è un'ipotesi migliore, per cui
battersi e morire
e non credere a chi dice di no
perché c'è
c'è un profumo inebriante che
dall'Africa alle Ande
ti racconta di tabacco e caffé
c'è una voce chiara ed argentina,
che fu fuoco e medicina
come adesso è amore e rabbia
per me
c'è, tra le nuvole di un sigaro,
la voce di uno zingaro
che un giorno di gennaio gridò
c'è, o almeno credo ci sia stato,
un fedelissimo soldato
che per sempre quella voce cercò
e che diceva
venceremos adelante
o victoria o muerte
venceremos adelante
o victoria o muerte
c'è, se vai ben oltre l'apparenza,
un'impossibile coerenza
che vorrei tu ricordassi almeno
un pò
c'è una storia che oramai è
leggenda,
e che potrà sembrarti finta
e invece è l'unica certezza che c'è
c'erano dei porci in una baia,
armi contro la miseria
solo che quel giorno il vento cambiò
c'era un uomo troppo spesso
solo, e ora resta solo un viso
che milioni di bandiere guidò
e che diceva
venceremos adelante
o victoria o muerte
venceremos adelante
o victoria o muerte
l'america ci guarda
non proprio con affetto
apparentemente placida ci osserva
eppure io, io sospetto
che l'america, l'america ha paura
altrimenti non si spiega come faccia
a vedere in uno stato in miniatura
questa orribile minaccia
por esto
venceremos adelante
o victoria o muerte
venceremos adelante
o victoria o muerte
(Daniele Silvestri)


Se per un istante Dio si dimenticherà che
sono una marionetta di stoffa e
mi regalerà un pezzo di vita, probabilmente non
direi tutto quello che penso,
ma in definitiva penserei tutto quello che dico.
Darei valore alle cose, non per quello che valgono,
ma per quello che significano.
Dormirei poco, sognerei di più, andrei
quando gli altri si fermano,
starei sveglio quando gli altri dormono,
ascolterei quando gli altri parlano e
come gusterei un buon gelato al cioccolato!!
Se Dio mi regalasse un pezzo di vita,
vestirei semplicemente,
mi sdraierei al sole lasciando scoperto non solamente
il mio corpo ma anche la mia anima.
Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei
il mio odio sul ghiaccio e
aspetterei che si sciogliesse al sole.
Dipingerei con un sogno di Van Gogh
sopra le stelle un poema di Benedetti
e una canzone di Serrat sarebbe la serenata
che offrirei alla luna.
Irrigherei con le mie lacrime le rose,
per sentire il dolore delle loro spine
e il carnoso bacio dei loro petali.
Dio mio, se io avessi un pezzo di vita
non lascerei passare un solo giorno
senza dire alla gente che amo,
che la amo.
Convincerei tutti gli uomini e le donne
che sono i miei favoriti e
vivrei innamorato dell'amore.
Agli uomini proverei
quanto sbagliano al pensare
che smettono di innamorarsi
quando invecchiano, senza sapere
che invecchiano quando smettono di innamorarsi.
A un bambino gli darei le ali,
ma lascerei che imparasse a volare da solo.
Agli anziani insegnerei
che la morte non arriva con la vecchiaia
ma con la dimenticanza.
Tante cose ho imparato da voi, gli Uomini!
Ho imparato che tutto il mondo ama vivere
sulla cima della montagna,
senza sapere che la vera felicità
sta nel risalire la scarpata.
Ho imparato che
quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno,
per la prima volta, il dito di suo padre,
lo tiene stretto per sempre.
Ho imparato che un uomo
ha il diritto di guardarne un altro
dall'alto al basso solamente
quando deve aiutarlo ad alzarsi.
Sono tante le cose
che ho potuto imparare da voi,
ma realmente,
non mi serviranno a molto,
perché quando mi metteranno
dentro quella valigia,
infelicemente starò morendo.
(Gabriel Garcia Marquez)

Ohi, un altro post come quello di Baco (La Fonte ???) e Vi sparo sopra L'OPERA OMNIA DI...

GIANNI MINA`...hehehe.



  maxultrasbs 04:57pm, Tue 10, Aug UN SUPER STRONZO...
MA CHISSENEFREGA DI QUESTO ESSERE QUA ?
L' IMPORTANTE E' CHE NON SIA NATO QUI E NON ABBIA FATTO DANNI DA NOI, CHE SERVA SOLO DI LEZIONE, PERCHE' NON NE NASCANO MAI DI GENTAGLIA COSI' QUA DA NOI...
IL CHE ? MA CHI E' ?
METTETEVELO IN QUEL POSTO, NON SULLE CURVE DEGLI ULTRA' !

  NepalRainbow&Superpadrepio 03:38am, Wed 11, Aug In CHE posto ???
IL fatto che il Che abbia studiato a Bergamo ha senza dubbio stimolato il Tuo interesse, supermax...alla faccia del chissenefrega...
Il resto e` somma insipienza.

" E' molto bello, tutti si fermano a fare commenti ed a scattare foto..."

Chissamai un giorno, SuperMax, qualcuno dira` cosi` anche del Tuo Posterone...Quello in cui ti si dipinge, sommo guerrigliero, a tirar gran papina all'atalantino di turno (piccolo).

  NepalRainbow 06:46pm, Wed 11, Aug CHE BIOGRAFIA, !!! seconda puntata.
Ernestito passa i primi due anni della sua vita in un immenso giardino.
Fino a un giorno di primavera del 1930 che influenzerà notevolmente la sua futura personalità.
Il 2 maggio 1930 il piccolo, assai vivace, prende freddo bagnandosi nell'acqua ghiacciata di una piscina. La prima crisi d'asma segna l'inizio di una maledizione che lo costringerà a forgiarsi di una volontà di ferro per tutto il corso della sua vita. All'epoca non si sapeva molto delle allergie. Una delle prime parole che Ernestito impara a pronunciare è "puntura". Su consiglio dei medici, i Guevara partono alla ricerca di un clima più secco. Si stabiliscono in Alta Gracia, nelle montagne della provincia di Còrdoba, nel nordovest dell'Argentina.
La mamma comincia a insegnargli a leggere a quattro anni. La prima lettera di Ernestito è indirizzata alla zia Beatriz nel 1933.
"La casa dei Guevara era sempre aperta", ricorda una vicina.
"Prima che arrivassero loro, nel quartiere si diceva che fosse infestata dagli spiriti. Ma con loro è diventata casa del popolo. I bambini del posto erano raggianti. Infatti i genitori incoraggiavano Ernestito e i suoi fratelli e sorelle, Celia, Roberto, Ana Maria e Juan Martin, a portare a casa i loro compagni, che fossero della loro classe sociale o venditori di giornali."
Come tutti i bambini della sua età, Ernestito gioca agli indiani e ai cowboy. Ma anche - segno dei tempi, siamo nel 1936 - ai franchisti e repubblicani.
"Era un vero scavezzacollo!", dirà il padre, "A sette o otto anni, con i figli dei peones delle colline circostanti, era un vero capobanda." Ma Ernestito resta anche ore a divorare i libri della biblioteca di casa. "Leggeva tutto", continua quello che lui chiamava il suo "vecchio". "Ha cominciato con Salgari, naturalmente. E poi ha divorato Jules Verne, Cervantes, Stevenson. Le storie d'avventure lo entusiasmavano. I tre moschettieri..." La madre gli insegna francese, il segno distintivo delle grandi famiglie argentine.
A quattordici anni legge Baudelaire, Mallarmè, Pablo Neruda, Anatole France e Jack London, ma anche Freud, Jung e un compendio del Capitale.
La pagella di Ernestito alla scuola Dean Funes di Còrdoba nel 1945. Scolaro piuttosto bravo... tranne che in inglese!
ontro con i fratelli Granado e in particolare con quello che diventerà il suo migliore amico, Alberto, nascerà una passione per il rugby.
Malgrado l'asma che a volte lo costringe ad abbandonare il campo, Ernesto è soprannominato "Fuser", contrazione di furibando (furioso) e Serna (il cognome della madre). Per questa ragione, i genitori gli impongono di lasciare il club San Isidro di Buenos Aires. Ma lui, cocciuto, prende di nascosto la tessera di un altro club. Con alcuni compagni, dà vita alla rivista Tackle (placcaggio). Ernesto firma i suoi primi articoli giornalistici con un altro dei suoi soprannomi: "Chancho" (porco) o "Chang-Cho".

  Baco 10:22pm, Wed 11, Aug CHE BIOGRAFIA, !!! seconda puntata.
per SUPERPADREPIO devo darti i siti o no?
Basta andare su google le trovi a mille forse sull'unita' non ci sono

  maxultrasbs 08:45am, Thu 12, Aug CHE BIOGRAFIA, !!! seconda puntata.
Insipienza o no, ci sono una valanga di muri politici, comunisti che guevareschi, dove chiunque puo' andare a scrivere le sue stronzate, questo e' il muro del Brescioa calcio e non me ne frega nulla di vedere campeggiare un topic col titolo dedicato a 2 esponenti della feccia mondiale e feroci assassini, nonche' indegni di esser venuti al mondo a far soffrire milioni di persone innocenti ed incolpevoli !
VIA DAL MURO QUESTI FALSI MITI DI GENTE IGNORANTE !

  Superpadrepio&NepalRainbow 09:10am, Thu 12, Aug CHE BIOGRAFIA, !!! seconda puntata.
Per Baco...Mai comprata l'Unita` !
Qui mi diletto con il Kathmandu Post e The Himalayan. Gradirei sapere semplicemente la fonte (o il sito) da cui hai tratto il Tuo superpost (quello che sta sopra).
Max...hehehe...da Vecchio ex lettore della "Voce della Fogna" (FDG di Firenze 1974/77...e oltre, direttore Marco Tarchi) mi diverte regalarti la terza puntata della Biografia...
La fonte ? Indovinate:
www.hastasiempre.it
oppure
www.bastasiempre.max

(Fra parentesi ricordo che, durante il soggiorno cubano, ho fato uscire di la` una coppia di dissidenti -ora dissentono dall'Italia e si sentono liberi-...e che la` dissentivo...Ma, parola di dissidenti cubani...Fra il Che e Fidel c'e` un mare profondo. A Cuba il CHE e` amato anche dai Supernemici di Fidel...)

Finche` il buon Mauro non cassera`...o finche` non mi cassero` da solo perche` stufo di copiare e incollare...
Io, supermax, non ho miti...e non sono poi cosi` ignorante...

ECCO una nuova puntata:

Segnato dall'agonia della nonna, che muore nel 1947, Ernesto decide di studiare medicina all'università di Buenos Aires. Riformato a causa dell'asma, lo studente pratica il tennis, il golf e inizia a pilotare con lo zio Jorge. Ma si fa anche un punto d'onore di guadagnarsi da vivere. Si imbarca come infermiere in una nave cisterna, lavora nei macelli comunali, poi alla biblioteca universitaria. Si ingegna anche, con un suo compagno, di mettere a punto un insetticida, l'"Atila" [In seguito "Vendaval", perchè in commercio esisteva un prodotto dal nome Atila] che spera di commercializzare. Il solo risultato è quello di impestare la casa di famiglia...
"Non so come potesse fare così tante cose. Lui, che apparentemente era così disordinato, si mostrava in compenso molto organizzato nel gestire il suo tempo." Ernesto Guevara padre.

L'università lo delude. Cercava una vocazione, gli parlano di carriera. Ernesto ha sete di scoprire il mondo.
In occasione delle vacanze universitarie, decide di raggiungere Alberto Granado sulla Sierra, a nord di Còrdoba. Più vecchio, soprannominato dai più intimi "Mial" (Mi Alberto), questi si è già laureato in medicina e lavora in un lebbrosario a San Francisco de Chanar. Per divorare gli 850 chilometri che lo separano dall'amico, Ernesto monta un motorino sulla sua bicicletta. Non si porta dietro che una gomma di ricambio a tracolla, coma un corno da caccia, qualche abito e un libro di Nehru.
Il 5 maggio 1950, la rivista "El Grafico" pubblica la foto di Ernesto in un inserto pubblicitario dal marchio Cucciolo, il motorino montato sulla sua bicicletta.

"Va già verso i diseredati come se volesse conoscere in un sol colpo tutta la miseria che si raccoglie nella sua America." Alfredo Reyes Trejo

Alla fine delle vacanze di studio al lebbrosario di San Francisco de Chanar, Ernesto ritorna a Buenos Aires per sentieri nella macchia, e quando capita l'occasione condivide la vita dei gauchos. Percorre in tutto 4500 chilometri sulle strade dell'Argentina.

Ernesto ha ventitrè anni. Ha quasi finito gli studi di medicina. Smanioso di scoperte e avventure, con l'amico Alberto Granado decide di intraprendere un viaggio iniziatico attraverso tutta l'America Latina.
Il 29 dicembre 1951, i due amici inforcano una vecchia motocicletta Norton 500cc, la Poderosa II. Dietro, in cima ai sacchi a pelo, alla tenda e a qualche indumento di ricambio, troneggia un barbecue. I genitori nascondono a stento la loro preoccupazione. Ernesto deve promettere di non dimenticarsi mai il suo ventolin e di ritornare per finire il dottorato. Alla partenza, il padre fa scivolare la sua rivoltella in mezzo all'equipaggiamento. Non si sa mai...

La prima tappa è l'esclusiva stazione balneare di Miramar, dove si trova l'adorabile Maria del Carmen, detta "Chichina", figlia del barona Ferreyra e ragazza di Ernesto.
Tra i figli di papà dell'aristocrazia Argentina, Ernesto è considerato come un orso le cui riflessioni piombano quasi sempre come un sasso in uno stagno. Fa eccezione Chichina: "Il suo abbigliamento trasandato ci faceva ridere, e ci faceva un pò vergognare della nostra sottomissione alla moda. Comprava le scarpe ai mercatini, e le sceglieva in modo da dare l'impressione di avere i piedi di dimensioni diverse. Accettava le nostre battute snob con la più assoluta indifferenza".
Alla partenza, Ernesto scrive nel suo diario: "Il viaggio era nella bilancia, in un guscio, subordinato alla parola che acconsente e lega".
Come regalo d'addio, lei gli dona un braccialetto d'oro. Lui le lascia un cagnolino battezzato "Come-back" (ritorna).

L'edizione di martedì 19 febbraio 1952 del giornale locale di Temuco, una cittadina del Cile, riferisce che "due esperti argentini di leprologia attraversano il Sudamerica in motocicletta".
Il dottor Granado e il suo "assistente" Guevara passano il Cile attraversando la cordigliera delle Ande. La Norton è già agonizzante. Raggiungono in autostop Valparaiso, dove si imbarcano clandestinamente, da polizones, su un cargo. Risalgono verso la Bolivia e visitano le gigantesche miniere di Chuquicamata, sfruttate dagli statunitensi. Rivelazione dell'ingiustizia: "Per un gioco di prestigio che sfugge agli indios", racconta Alberto, "La loro terra rossa si trasforma in biglietti verdi".
I due compari continuano verso il Perù - il lago Titicaca, Cuzco, il Machu Picchu - poi in direzione dell'Amazzonia, dove sbarcano al lebbrosario di San Pablo. Oltre quarant'anni dopo, gli indios lebbrosi si ricordano ancora di quei due esseri sovrannaturali, che non portavano guanti, gli strigevano la mano e giocavano a calcio con loro. Uno di essi, Silvio Lozano, che ora gestisce un bar chiamato "Che", ha raccontato al giornalista Andy Dressler: "Nel 1952, ero uno dei tanti lebbrosi condannati a morire di lì a poco. Ormai ero pelle e ossa. La lebbra mi divorava lentamente, e il dolore mi strappava le lacrime. Lui era seduto sulla nuda terra, come uno yogi. Ero talmente indebolito che mi mancava la forza di tendergli la mano. Egli l'afferrò, la tastò a lungo e...mi disse: "Il nervo è leso, bisogna operare". Malgrado la sua mano fresca sulla mia fronte che scottava, fui preso dalla paura. "Lei morirà se non si fa niente" insistette. Gridai come un pazzo quando mi infilarono due aghi nella piaga, poi cercai il suo sguardo e svenni. Mi ha salvato. Fu l'inizio di una nuova era nel lebbrosario, i ferri chirurgici non ebbero il tempo di arrugginire!".

Riconoscenti i lebbrosi hanno costruito una zattera affinchè Alberto ed Ernesto possano continuare il loro viaggio sul Rio delle Amazzoni. Siccome i malati sono peruviani e i dottori Argentini, hanno battezzato l'imbarcazione Mambo Tango.
"Per darci l'addio, i malati hanno allestito una fanfara. Il fisarmonicista non aveva più le dita della mano destra, sostituite con dei bastoncini legati al polso. Il cantante era cieco e quasi tutti erano sfigurati dalla forma nervosa che la malattia assume in questa regione. Il tutto era illuminato dal bagliore dei falò e delle lanterne. Uno spettacolo da film dell'orrore, che tuttavia per me resterà uno dei più bei ricordi della mia vita."
Visitando le rovine di Machu Picchu, Ernesto rimugina sulla miseria degli indios: "A causa delle condizioni nelle quali viaggiavo, ho scoperto che era impossibile guarire bambini malati per la mancanza di mezzi, la sottonutrizione e la costante repressione".

Fine luglio 1952 a Caracas, dopo avere vagabondato insieme per sette mesi, i due compagni si separano. Ernesto non ha in tasca più di un dollaro e promette a Celia, sua madre, di rientrare per finire gli studi. Il cargo che lo riporta a Buenos Aires è costretto ad atterrare a Miami. In attesa delle riparazioni, deve sopravvivere per 20 giorni con un solo dollaro in tasca, in un'America in pieno maccartismo.
Ottiene il dottorato in tempo di record, dal settembre '52 al marzo '53. Non ha ancora venticinque anni. Il "dottor" Guevara se ne frega di questo titolo prestigioso. Non vede l'ora di ripartire. Il continente americano necessita di una "sistematica auscultazione politica".
Riparte per il Perù, si ferma brevemente in Bolivia, attraversa l'Ecuador, la Costa Rica, dove incontra gli esuli cubani che hanno appena preso parte, il 26 luglio, alla prima azione armata di una certa portata contro il dittatore Batista. Gli parlano del loro capo, un certo Fidel Castro Ruiz.
In Guatemala, assiste all'intervento dei mercenari addestrati negli Stati Uniti per abbattere il regime troppo progressista del presidente Arbenz. E' lì che incontra Hilda Gadea Acosta, una militante peruviana in esilio. Lei lo nutre con nuove letture: Lenin, Trotzkij e Mao. Gli amanti prendono parte alla resistenza ma sono costretti a fuggire in Messico.
Con il nuovo amico Julio Caceres "El Patojo", Ernesto sopravvive fotografando gli innamorati o le mamme che portano a spasso i bambini nei parchi, "Lottando per convincerle che il piccolo è davvero molto grazioso e che vale la pena di spendere un peso per tale meraviglia".
L'agenzia Prensa Latina lo assume come fotografo per coprire i giochi Panamericani.

Hilda Gadea, la sua ninfa Egeria, è incinta. Finalmente nell'agosto del 1955 accetta di sposare Ernesto, ma l'atmosfera coniugale si guasta molto velocemente. Qualche mese più tardi, lui scrive alla zia: "Da qui a poco aspetto un piccolo Vladimiro Ernesto." Ma nasce Hilda Beatriz. Che importa: "La mia anima di comunista si allarga a dismisura", scrive Ernesto, questa volta alla madre. "E' il ritratto sputato di Mao Tse-tung. Mangia come mangiavo io secondo quello che raccontava la nonna, in altre parole poppa senza tirare il fiato finchè le esce il latte dalle narici". Il giovane papà chiama la sua bambina "el petalo mas profundo del amor".
Eppure l'anno 1955 è segnato da un incontro che influenzerà il suo destino molto più ancora della paternità. Ernesto Guevara fa conoscenza con il capo degli esuli cubani in Messico, Fidel Castro. Scrive al padre: "Un giovane leader cubano mi ha invitato a raggiungere il movimento armato di liberazione del suo paese, e naturalmente ho accettato. Così il mio dovere è legato alla rivoluzione cubana [...] Nella mia vita, ho trascorso molto tempo a cercare la verità attraverso gli ostacoli ed ecco, con una figlia che mi perpetua, ho fatto la grande svolta. A partire da questo momento, non considero più la mia morte come una perdita. Semmai, come Hikmet, porterò nella tomba solo il dispiacere di un canto non terminato..."

Sul sito trovate anche le foto, WOW !!!

  maxultrasbs 09:26am, Thu 12, Aug Che mito del c...o ...
Non parlavo di te, come ignorante o come persona col falso mito nel cuore, ma di quelli che portano il tatuaggio del comunista sulla caviglia o sulla maglia o che sventolano la bandiera con la sua faccia da assassino nelle curve: gentaglia ignorante e bue... !

  mauro62 10:33am, Thu 12, Aug Che mito del c...o ...
Credo che la cosa sia da vedere con due ottiche diverse ...

quella di sx che innalza il Che tra i Divini della storia.....vero caro Superpadrepio

e quella dei non sinistroidi che hanno le tasche piene di miti veri o presunti fatti da altri e protratti sino ai giorni nostri...vero Baco e mi associo pure Io con il Baco ..

Io ho letto una cosa simile in

http://utenti.lycos.it/politic/Guevara.htm...

che dire la storia la scrivono gli uomini ...bisogna solo capire da (CHE) parte stanno......con questo non dico che Baco ha ragione e Superpadrepio torto anzi...........la ragione in politica e nella vita non la dovrebbero inventare o scrivere gli uomini(falsandone le modalitàa pro o contro) ..ma è e resta nel cuore e cervello di ognuno di Noi.........anche senza bandiere!!!!!!!!

  maxultrasbs 02:22pm, Thu 12, Aug Che mito del c...o ...
E poi , in realta' chissenefrega di questi assassini, vissuti prima che io nascessi in territori senza senso, ne' tradizioni, ne' valori, ne' importanti per noi, per la nostra cultura, per la nostra coscienza, per la nostra formazione: miti creati dai mass-media e dalla propaganda filo-comunista che tende come sempre a strumentalizzare tutto e tutti per gabbare le menti piu' deboli, indifese e fertilizzate dall' humus dell' IGNORANZA piu' totale !
FUORI IL CHE DALLE CURVE !

  NepalRainbow 03:01pm, Thu 12, Aug LIVORNO ALE` !!!...hehehe
Max...SEI UNICO !!! Territorio sensa senso il Sudamerica ? Mica stiamo parlando di Bergamo...

Mauro...Sinistra o destra sono due fra le direzioni da scegliere ad ogni incrocio. Niente di +.
Quasi tutti i consigliori del Berlusconi nostro...provengono dalla "Sinistra" extraparlamentare...

L'antimperialismo USA che io ho dentro me l'ha insegnato...quando avevo 16 anni...il camerata Ignazio Larussa, allora segretario provinciale del FDG...


  maxultrasbs 07:33pm, Thu 12, Aug LIVORNO IN B !
E' piu' importante (anche se in negativo...) Bergamo che la Bolivia anni '60 o Cuba, per noi... Influenza reale 0, tranne in qualche testa vuota piena di droghe e falsi miti comunisti, oltretutto di un' epoca ormai ingiallita e in territori privi di senso per noi di Brescia... Cavoli loro...
VIA IL CHE DA TUTTE LE CURVE, NON SOLO QUELLA PATETICA DI LIVORNO...
Siamo nel 2004, il Che , per fortuna e' sparito dalle croneche nefaste, da 40 anni... Parliamo della stagione 2004-2005 e lasciamo agli storice la querelle su questo assassino del passato...
Via il MURALES DA ATENE, vergogna e infamia ricada su chi vuole questo simbolo di guerra in un posto di pace !

  Alex Solo Brescia 11:03pm, Thu 12, Aug LIVORNO IN B !
>>L'antimperialismo USA che io ho dentro me l'ha insegnato...quando avevo 16 anni...il camerata Ignazio Larussa, allora segretario provinciale del FDG...

prendevi insegnamenti da un terrone...bel bresà de figa che ta set..

  reco 11:05pm, Thu 12, Aug
"prendevi insegnamenti da un terrone...bel bresà de figa che ta set.."

???

  maxultrasbs 11:20pm, Thu 12, Aug non e' bresciano...
Larussa si vede che era un "cinese" dentro: un conto e' far capire agli Usa fin dove possono arrivare un altro e' essere anti-USA a priori ...
Lui non e' bresciano, ma milanese...

  Alex Solo Brescia 11:48pm, Thu 12, Aug non e' bresciano...
milanese!!!!!!!!
La Russa l'è terù.
l'è en siculo trapiantat a milà.
e me de insegnamenti dan terù i ciapè mia.

  maxultrasbs 11:55pm, Thu 12, Aug non e' bresciano...
Non Larussa, il superpadrepocopio... Intendevo !

  maxultrasbs 11:59pm, Thu 12, Aug non e' bresciano...
O nepalecc... lui e' il milanese:"non e' bresciano"ho scritto , non,non e' terrone, x cui se leggi attentamente capisci al volo...

  NepalRainbow 04:33am, Fri 13, Aug BERGAMASCO !!!
"Larussa si vede che era un "cinese" dentro: un conto e' far capire agli Usa fin dove possono arrivare un altro e' essere anti-USA a priori ...
Lui non e' bresciano, ma milanese."

Leggo e rileggo attentamente, anch'io.
Sembra che Tu dia del "Milanese" a Larussa...Al volo non si capisce che parlavi di me...anzi...del Superpadrepio. Per intuirlo bisogna collegarsi al post precedente, ma non e` un "perditempo" da tutti...meno male...

EBBENE LO CONFESSO...SONO BERGAMASCO nato a Lampedusa, Supercittadinanza onoraria libica...

  maxultrasbs 07:53pm, Fri 13, Aug Svegliati
Per capirlo bastava leggere il titolo "non e' bresciano" e i post, o uno li legge,altrimenti e' inutile che risponda solo all' ultimo, altrimenti il 90% dei topic non si capiscono...
Che schifo, sei pure smerdamasco ?

  NepalRainbow 03:28am, Sat 14, Aug Svegliati
Bergamasco di Lampedusa.

  e-MANUEL € 07:52pm, Sun 15, Aug Non mi ci metto x' ne ho lette di cazz..
"LE BANDIERE DI UNA VOLTA SONO APPESE NEGLI STADI..."

  e-MANUEL € 11:48am, Mon 16, Aug sn crollato ma mi fermo...
Un popolo può liberare se stesso
dalle sue gabbie di animali elettrodomestici,
ma all'avanguardia d'America
dobbiamo far dei sacrifici
verso il cammino lento della piena libertà.
E se il rivoluzionario
non trova altro riposo che la morte,
che rinunci al riposo e sopravviva
niente o nessuno lo trattenga
anche per il momento di un bacio
o per qualche calore di pelle o prebenda.

I problemi di coscienza interessano tanto
quanto la piena perfezione di un risultato;
lottiamo contro la miseria,
ma allo stesso tempo contro la sopraffazione.
Lasciate che lo dica
ma il rivoluzionario quando è vero
è guidato da un grande sentimento d'amore,
ha dei figli che non riescono a chiamarlo,
mogli che fanno parte di quel sacrificio;
suoi amici sono i compañeros della revolución.

Addio vecchi
oggi è il giorno conclusivo,
non lo cerco ma è già tutto nel mio calcolo.
Addio Fidel,
oggi è l'atto conclusivo
sotto il mio cielo
della gran patria di Bolívar,
la luna di Higueras è la luna di Playa Girón.
Sono un rivoluzionario cubano,
sono un rivoluzionario d'America.
Signor colonnello
sono Ernesto "Che" Guevara.
Mi spari,
tanto sarò utile da morto,
come da vivo.

  maxultrasbs 06:05pm, Mon 16, Aug Poveraccio...
Che vita buttata, ma almeno fosse stata solo sua, no, invece ha distrutto migliaia di vite e di famiglie tra i suoi nemici e i suoi poveri seguaci, illusi da cose che non esistono...
Losom perder, x fortuna e' preistoria...

  Darione 11:25pm, Mon 16, Aug Poveraccio...
Max parla de balù che l'è mei...

  NepalRainbow&Superpadrepio 04:05am, Tue 17, Aug Poveraccio...
Max parla de balù che l'è mei...

  maxultrasbs 09:33am, Tue 17, Aug Poveraccio...
Non sono io che ha voluto continuare questo inutile post che parla di gente inutile, se non fosse stata così dannosa...
Come al solito, quando uno ha capito di aver sbagliato, vuol chiudere l' argomento perche' ormai non ne ha piu'. ok mi associo: parlate de balu' che l' e' mei...

  maxultrasbs 09:34am, Tue 17, Aug Chiusura con troppi post di ritardo:
MA CHISSENEFREGA DI QUESTI DUE !

  Alex Solo Brescia 01:25pm, Tue 17, Aug Chiusura con troppi post di ritardo:
Fidel e il Che, i due uomini che hanno costretto un'intera popolazione alla prostituzione.

  NepalRainbow 03:11pm, Tue 17, Aug CHE BIOGRAFIA !!!
www.bastasiempre.max

Alex...Meglio solo Brescia per Te...Questione di competenze...

E...Attento a quello che scrive il Tuo Pc...hehehe. Vi meritate una puntata in +...hehehe

Castro cerca un medico per il gruppo di rivoluzionari che intende sbarcare a Cuba per rovesciare il dittatore Batista. Guevara non esita neanche un secondo. Per il gruppo dei cubani, orami è il Che. "Che" è l'interiezione favorita degli argentini, il loro segno caratteristico nel mondo di lingua spagnola.
Agli ordini del generale Alberto Bayo, un vecchio ufficiale dell'esercito repubblicano spagnolo, "Che" Guevara si addestrava a sparare con i cubani in un campo segreto, a una quarantina di chilometri da Città del Messico.

Fidel Castro, Ernesto Guevara e il gruppo degli esuli cubani vengono arrestati e rinchiusi nel carcere di Calle Miguel Schultz di Città del Messico. I prigionieri vengono rilasciati grazie a qualche bustarella e all'intervento del vecchio presidente della Repubblica messicana, Lazaro Cardenas.

Prima di affrontare la dura vita del guerrigliero, il Che vuole affilare il suo corpo come un pugnale.
Ormai la sua vita non gli appartiene più. La consacra alla Rivoluzione. Con i suoi compagni cubani, pratica la lotta e il karate per i combattimenti corpo a corpo, la pallacanestro e il calcio per l'agilità, il canottaggio per la resistenza. Passa i fine settimana a scalare il Popocatepetl o l'Itzaccihuatl, a oltre 5000 metri. Fidel, da parte sua, viaggia negli Stati Uniti per raccogliere fondi presso altri esuli.
Il 25 novembre 1956, si imbarcano con 80 cubani sulla Granma, uno yacht costruito per trasportare 25 passeggeri. Ernesto sa che la partenza lo separerà forse per sempre dalla figlia di 9 mesi.
Alla madre: "Non sono un Cristo nè un filantropo. Sono tutto il contrario di un Cristo, e la filantropia mi sembra nulla in confronto alle cose in cui credo. Mi batterò con tutte le armi a disposizione invece di lasciarmi inchiodare a una croce o qualunque altra cosa."

"Non fu uno sbarco, fu un naufragio...", dirà in seguito il Che.
Gli 82 che sbarcano sulla costa cubana il 2 dicembre 1956 vengono decimati nei primi scontri con l'esercito regolare. I sopravvissuti, una dozzina, si nascondo nella Sierra Maestra, un massiccio lungo 130 km e largo 50, dominato dal monte Torquino perso tra le nubi. Di fronte a un moderno esercito di 4000 uomini, i "barbudos" imparano il mestiere. Trasandati e armati alla meno peggio, allacciano rapporti con i contadini, i "campesinos", che vengono progressivamente a ingrossare i loro ranghi.

  maxultrasbs 03:20pm, Tue 17, Aug CHE BIOGRAFIA !!!
L' anti-Cristo per sua stessa definizione: ma quanta gente ha ammazzato prima di immolarsi al suo diavolo ?

  Alex Solo Brescia 03:34pm, Tue 17, Aug CHE BIOGRAFIA !!!
già, rischio di essere querelato dal barbudo...

resta il fatto storico che visti i risultati ottenuti dalla loro politica economica da gianni e pinotto videro nella prostituzione l'unico modo per far vivere il popolo.

  e-MANUEL € 04:41pm, Tue 17, Aug CHE BIOGRAFIA !!!
Con i se ed i ma non si combina gran che... ma senza embargo???...

  SUPERPADREPIO 05:47pm, Tue 17, Aug CHE BIOGRAFIA !!!
Solo Brescia:...Fidel (CHE resta un dittatore, detestabile in quanto tale)...Ha introdotto qualche anno fa leggi antiprostituzione Supersevere.
Creando qualche problemino ai pollastri bresciani in quel de Varadero.

L'embargo...Ogni embargo sembra introdotto apposta per favorire i dittatori ed affamare i popoli.
Ogni embargo e`, di fatto...genocidio.

Come si puo` Superembargare
il "Nostro" Max ???

  Alex Solo Brescia 06:11pm, Tue 17, Aug CHE BIOGRAFIA !!!
dai non scherziamo...
l'embargo a Cuba è una fantasia, tanto che si trova qualsiasi genere di prodotti made in USA, solo che fanno un giro più largo per arrivare.
per quanto riguarda le leggi antiprostituzione quelle sono ancora più fantasia...servono solo a salvar la faccia...anche perchè con il sistema che hanno creato a Cuba:

NO PROSTITUZIONE NO ECONOMIA

  SUPERPADREPIO 05:04pm, Thu 19, Aug CHE BIOGRAFIA !!!
"A tutti gli interessati: pst! pst! pst!. C'è qualcuno da quelle parti? Che ascolta? Che guarda? Almeno un cuore?".
"Va bene - conclude Marcos - Salute e pazienza, virtù guerriera". Tutto qui.


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