PORCHERIE GOBBE TROVATE QUA E LA..
Il lato oscuro della Gea - Di Marco Liguori e Salvatore Napolitano [Articolo apparso su Il Manifesto l'11-7-2003 - da toronews.net]
E' l'accolita dei ?figli di pap??, controlla 150 assistiti tra giocatori e allenatori di serie A e B e pu? contare su un socio occulto che ha suscitato l'interesse di deputati e senatori. Un'inchiesta sull'ingarbugliato conflitto d'interessi della pi? nota societ? di procuratori del calcio italiano MARCO LIGUORI SALVATORE NAPOLITANO C'? anche un socio occulto ad aggravare l'impenetrabile mistero della Gea World, la pi? nota e vorace societ? di procuratori del calcio italiano, comunemente definita come l'accolita dei ?figli di pap??. Il socio che si ammanta di mistero e che no ha alcuna intenzione di uscire allo scoperto, si protegge dietro una fiduciaria della Banca di Roma: la Romafides. E' un socio importante, che fa parte della Gea dall'origine, datata ottobre 2001. E' una circostanza ben strana per chi vive di cura dell'immagine e di consulenza nell'ipertelevisivo mondo del pallone. E quale pu? essere questo inconfessabile segreto da tenere celato, quando ciascuno degli altri soci della Gea si mostra senza problemi, nonostante gli intrecci evidenti con i genitori famosi e impegnati ai vertici del calcio? Si parla di Alessandro Moggi, figlio di Luciano, direttore generale della giu***tus. Di Andrea Cragnotti, figlio di Sergio, ex presidente della Lazio. Di Chiara Geronzi, primogenita di Cesare, numero uno di Capitalia, il gruppo bancario che tiene forzosamente in piedi la Lazio e che ha importanti rapporti anche con Perugia, Parma e Roma. Di Francesca Tanzi, figlia di Calisto, numero uno di Parmalat e Parma, nonch? membro del consiglio di amministrazione della stessa Capitalia. E di Riccardo Calleri, figlio di Gian Marco, ex presidente di Lazio e Torino. E allora perch? un socio protetto? La domanda ha travalicato ormai i salotti ovattati del calcio e interessa la politica. E' dal 13 novembre 2002 che attende risposta l'interpellanza presentata dai due senatori leghisti Piergiorgio Stiffoni e Francesco Tirelli ai ministri dei Beni e attivit? culturali, Giuliano Urbani, e dell'Economia e finanze, Giulio Tremonti. Nell'incartamento, che giace sommerso dalla polvere negli archivi del Senato, si chiede se i ministri ?non ritengano che una societ? come la Gea World abbia, volendo, la possibilit? di interferire sulle partite del calcio professionistico?. Nell'interrogazione si ricorda il lungo elenco dei figli famosi che controllano la Gea, e si aggiunge che vi lavorano anche Giuseppe De Mita, figlio dell'ex segretario Dc, Ciriaco, ed ex addetto stampa della Lazio, e Davide Lippi, figlio di Marcello, allenatore della giuventus. Ma si avanza altres? il dubbio che la Gea abbia ?probabilmente avuto quale fondatore anche il figlio del presidente della Federcalcio?, Franco Carraro: ? proprio il mistero di Romafides. Se ci sia davvero suo figlio Luigi dietro la fiduciaria non ? dato saperlo. Scorrendone la composizione, rilevabile dai documenti depositati presso la Camera di Commercio, salta evidente all'occhio il socio occulto. Gli azionisti della Gea sono tre: le due societ? Football Management e General Athletic, ciascuna al 45%, e Riccardo Calleri al 10%. A sua volta, la Football Management ? controllata al 60% da Alessandro Moggi. Della General Athletic, Andrea Cragnotti, Francesca Tanzi e Chiara Geronzi detengono ciascuno il 20%. Il restante 40% ? in mano a Romafides. Insomma, il segreto resta ben tenuto nelle stanze dell'istituto capitolino. Ma l'acuirsi delle preoccupazioni per i tanti intrecci calcistici, finanziari e familiari della Gea non ha scosso i piani alti della Federcalcio. Il problema del conflitto di interessi dei suoi uomini ? stato rapidamente risolto con un semplice stratagemma: basta che l'atleta firmi un modulo nel quale sostiene di esserne a conoscenza. Non sarebbe un problema di poco conto: infatti, nonostante la lista completa dei calciatori e degli allenatori dei quali la Gea detiene la procura sia tenuta gelosamente nascosta, in barba alla trasparenza, si parla di circa 150 assistiti tra calciatori e allenatori di serie A e B. Ma i tentacoli si stanno rapidamente allungando anche nei campionati minori e nei settori giovanili. Circa l'estemporanea soluzione, ? utile ricordare che Franco Carraro, oltre a essere il presidente federale, ? anche il numero uno di MCC, banca d'affari posseduta dal gruppo Capitalia. C'? un particolare aggiuntivo che ha probabilmente consigliato a Urbani e Tremonti di glissare sulla questione. Dallo scorso dicembre, Capitalia ha ceduto il 20,1% di MCC a diversi grandi gruppi: il 3% ? detenuto adesso dalla Fininvest. Un garbuglio simile ? difficile a vedersi: nella stessa barca navigano Berlusconi, Carraro, Geronzi, Moggi, Tanzi e i loro uomini. Anche un gruppo di 39 deputati del centro-sinistra ha presentato, il 2 luglio scorso, un'interpellanza al ministro Urbani sui vari conflitti di interesse del mondo del calcio: da Carraro a Galliani, includendo la Gea. Doveva essere discussa ieri alla Camera, ma ? stata rinviata alla prossima settimana. In caso di risposte insoddisfacenti dell'esecutivo c'? gi? l'intenzione di ricorrere alle Autorit? garanti della concorrenza.
L'argento di famiglia - Di Marco Liguori e Salvatore Napolitano [Articolo apparso su Il Manifesto il 19-7-2003 - da toronews.net]
?Pap?, me lo dai l'appartamento??. E' una frase ricorrente in molte famiglie benestanti. Se il rampollo ha bisogno, un piccolo aiuto non gli si pu? negare. Nel nostro caso, la famiglia in questione ? composta da un padre e da una figlia, i cui nomi sono molto noti e influenti: l'uno ? Cesare Geronzi, presidente del gruppo Capitalia, a cui fa capo anche la Banca di Roma. L'altra ? la primogenita Chiara, giornalista del Tg5. L'appartamento si trova in una zona centralissima della Capitale: ? infatti al secondo piano del numero 35 di vicolo Barberini. E' davvero molto spazioso: circa 180 metri quadrati, suddivisi tra salone pranzo, due camere, cucina e doppi servizi. L'episodio risale alla met? di gennaio del 2001. La Gea World sarebbe nata soltanto qualche mese dopo, ad ottobre, ma erano gi? operative le due societ? che le avrebbero dato vita: la Football Management di Alessandro Moggi, figlio di Luciano, direttore generale della giu***tus, nata nel 1994, e la General Athletic, fondata nell'ottobre 2000, controllata al 20% ciascuno da Andrea Cragnotti (figlio di Sergio), Francesca Tanzi (figlia di Calisto) e Chiara Geronzi, e al 40% dalla fiduciaria del gruppo Capitalia, Romafides, schermo per il socio occulto che ? da tempo oggetto di curiosit? anche in Parlamento. La General Athletic era alla ricerca di una sede sociale per cominciare la propria attivit?: l'appartamento di vicolo Barberini sembrava perfetto. Anche perch? il suo proprietario era la Banca di Roma. Ma non sarebbe stato elegante un passaggio diretto tra padre e figlia: a quel tempo, infatti, Chiara Geronzi era presidente del consiglio di amministrazione della General Athletic. Meglio cancellare qualche traccia: la soluzione fu rapidamente trovata. A dare in affitto l'abitazione fu la Cornice Immobiliare, mandataria dell'istituto presieduto da Cesare Geronzi. A firmare il contratto come conduttore fu Tommaso Cellini, all'epoca fresco ex-direttore marketing della Lazio, che aveva ricevuto un mandato speciale dalla stessa Chiara Geronzi per concludere l'affare. Ma il colpo di genio fu nel concedere i locali per uso abitativo: un modo per fissare un canone pi? vantaggioso per l'affittuario. Non solo, ma nell'articolo 3 del contratto di affitto ? stato reso esplicito il ?divieto al conduttore di qualsiasi diversa destinazione anche parziale o temporanea dell'unit? immobiliare locata?. Dunque, un bell'affare per la General Athletic, molto di meno per la Banca di Roma, che ha affittato un immobile di prestigio ad un canone annuo di poco pi? di 43 milioni e mezzo di vecchie lire: appena 20.355 mensili al metro quadro. Non c'? che dire: davanti ai bisogni della figlia, gli interessi degli azionisti passano in second'ordine. Anche in questa operazione c'? la conferma del nodo inestricabile che lega insieme Banca di Roma, Parmalat, Lazio e giu***tus. Quell'appartamento, ben lungi dall'aver ospitato la famiglia Cellini, ? diventato la sede della General Athletic. E adesso lo ? della Gea. A proposito della quale c'? da osservare che sono in corso manovre farraginose per far scomparire il convitato di pietra, ossia Romafides, la fiduciaria dietro la quale si cela dall'origine il socio misterioso. Il presidente della Gea Alessandro Moggi ha detto con sicurezza che ?non esiste nessuna fiduciaria?. Ma la pratica con la quale la societ? avrebbe annunciato il cambio dell'assetto proprietario ? stata formalmente sospesa. C'? infatti un documento di troppo. In uno l'elenco dei soci ? rimasto invariato, nell'altro ? scomparsa Romafides. Insomma, trattandosi di Gea, si potrebbe parlare a ragion veduta di un conflitto di interessi tra documenti. Non si sa bene come finir? questa sorta di gioco delle tre tavolette: tra le ipotesi pi? verosimili ci sono l'ingresso di Giuseppe De Mita, figlio di Ciriaco e attuale direttore generale, che diventerebbe anche socio a tutti gli effetti.
Le plusvalenze immobiliari della giuventus - Di Marco Liguori e Salvatore Napolitano [da toronews.net]
I nuovi artifici contabili usati dalla vecchia signora per aggiustare il bilancio e non fare brutte figure. Era il 30 giugno scorso, giorno della chiusura del bilancio. In casa bianconera, la ferita per la sconfitta nella finale della Coppa dei Campioni bruciava ancora, e molto: ma in compenso i dati relativi al fatturato erano davvero ragguardevoli. Le entrate totali erano ammontate a 215 milioni di euro, il 22,9% in pi? rispetto ai gi? lusinghieri 175,3 milioni della stagione precedente. Merito soprattutto del lungo cammino di Coppa. C'era di che brindare in Corso Galileo Ferraris: ma non era cos?. Nonostante il record assoluto del fatturato, i conti volgevano inesorabilmente al rosso: dopo sei anni di utili, alcuni dei quali ottenuti grazie ad eventi irripetibili (le maxi-plusvalenze del 2001-2002 per le cessioni di Zinedine Zidane e Filippo Inzaghi e lo scambio vicendevole di un carneade con il Milan nel 1999-2000), anche in casa bianconera la realt? stava per prendere il sopravvento. Si poteva applicare il cosiddetto decreto spalma debiti, che consente di abbattere il valore d el patrimonio giocatori e di spalmare in dieci anni la perdita relativa. La giuventus aveva conferito l'incarico ad un noto professionista per studiarne la fattibilit?. Quanto ad immagine, non sarebbe stata per? una gran trovata: non si era sempre detto che quell'assurdo decreto era stato tramutato in legge in fretta e furia nel febbraio 2003 dal Parlamento per aiutare societ? come Lazio e Napoli, inguaiate fino al collo? Meglio dunque soprassedere. Ma, proprio in quell'ultimo pomeriggio, ecco la stupefacente magia: meglio di un numero di Del Piero, o di Trezeguet, o di Nedved. E' la plusvalenza immobiliare: una cosa mai escogitata prima da nessuna societ? italiana di calcio. E dire che, quanto ad artifici contabili, le nostre societ? non sono seconde a nessuno. Grazie a quella magia, l'esercizio si ? chiuso con 2,2 milioni di utile. E' accaduto tutto in quel fatidico pomeriggio: la giuventus ha venduto il 27,2% della sua controllata Campi di Vinovo Spa, la societ? che detiene i 500mila metri quadri di terreno nell'area tra Vinovo e Nichelino che sar? utilizzata per il progetto cosiddetto Mondo gi*ve, alla Costruzioni Generali Gilardi Spa. Prezzo pattuito per la transazione: 37,3 milioni. Prezzo pagato a suo tempo: 4,8 milioni. Dunque, la societ? dell'amministratore delegato Antonio Giraudo ha realizzato una plusvalenza di 32,5 milioni. Niente di strano, si dir?: accade spesso ch e le partecipazioni si rivalutino. Non proprio: perch? contestualmente alla vendita, la giuventus ha concesso alla Gilardi il diritto di rivendere, proprio ai bianconeri, la stessa quota appena acquistata allo stesso, identico prezzo. In altre parole, ti vendo una qualunque cosa ad una cifra abnorme, guadagno in modo spropositato, ma quando vorrai, dovr? pagare per la stessa cosa la medesima cifra da te pag ata. Non ? stato il solo aggiustamento provvidenziale: nell'ultimo esercizio sono stati accantonati per svalutazioni e rischi 1,32 milioni a fronte degli 11,53 di quello precedente. I rischi potenziali sono davvero diminuiti di oltre 10 milioni in un anno? Lo si sapr? solo a fine settembre, quando l'approvazione del bilancio sar? definitiva e i singoli saldi saranno spiegati in modo approfondito. Ma in casa gi*ve, si pensa gi? al futuro: imbellettati in extremis i conti 2002-2003, Antonio Giraudo si ? gi? portato avanti con il lavoro. Il 15 luglio la giuventus ha firmato la convenzione con il Comune di Torino, in base alla quale ha ottenuto il diritto di superficie (ossia la possibilit? di edificare sul suolo) valido 99 anni, sull'area del Delle Alpi. Anche qui la giuventus ? giunta prima di tutti gli altri: si tratta della minusvalenza per il cittadino che si trasforma in una plusvalenza dei bianconeri. Il Comune ha infatti svenduto l'area alla giuventus, con ci? penalizzando il tifoso bianconero, quello granata e chi di calcio non si interessa affatto. Come definire in altro modo il prezzo di 25 milioni per un'area di 54mila metri quadrati? Si tratta di 4,68 euro per metro quadro all'anno. Installare a Torino un banco per il commercio di libri usati costa mediamente 16 volte di pi?.
L'autogol di Del Piero: Fa affari a spese dei disabili - Di Paolo Emilio Russo, Libero [da toronews.net]
COMO - Brutto autogol di Del Piero, ma il calcio questa volta non c'entra. Il fantasista della giuventus, infatti, si ? reso protagonista di una vicenda perfettamente legale ma quanto meno spiacevole. L'associazione benefica lombarda "La Nostra Famiglia" che si occupa dell'assistenza a 10.000 ragazzi disabili in tutto il nord Italia, aveva messo gli occhi da tempo su di un terreno esteso 30.000 metri quadri posto a fianco di una delle sue pi? grosse comunit?, a Conegliano Veneto, in provincia di Treviso. "La Nostra Famiglia" era gi? riuscita, con grandi difficolt? a racimolare i soldi necessari ad ampliare, con una porzione del terreno, la struttura che ospita 600 ragazzi problematici. Quel terreno serviva per ampliare la volumetria dello stabile e costruire un parco giochi per i bambini traumatizzati cranici: prezzo fissato 19.000 lire al metro. All'asta indetta dal Comune di Conegliano per cedere la porzione di terreno, quando ormai l'acquisto da parte de "La Nostra Famiglia" sembrava cosa fatta, ? arrivata la sorpresa: Alessandro Del Piero, il giocatore della giuventus, si ? presentato all'offerta pubblica. Il famosissimo calciatore, con un contratto con la squadra torinese da 10 miliardi all'anno, 27 milioni al giorno, 1 milione e 200 mila lire all'ora (compreso quando dorme), si ? offerto di comprare l'intera collina "Costa" per poco meno di due miliardi di lire, una cifra che mai i disabili avrebbero potuto reperire. Obbiettivo costruire nel paese dove ? nato un'altra villa oltre a quelle che gi? possiede a Torino, a San Vendemmiano e sul lago Maggiore. Venuti a conoscenza dell'operazione, i responsabili dell'associazione lombarda, a Ponte Lambro in provincia di Como, hanno sperato per qualche giorno in un gesto di beneficenza. Si auguravano, se non di ottenere il terreno in regalo, di poter avere al prezzo di costo il terreno che avevano chiesto senza del quale non potranno ingrandire la struttura. Invece no. Del Piero non si ? lasciato commuovere. Dopo avere ascoltato le ragioni dell'ente, ha accettato di cedere la met? del terreno di cui "La Nostra Famiglia" aveva bisogno: 15.000 metri quadrati, il 21% della superficie acquistata. Del Piero non solo ha chiesto all'associazione di corrispondere la cifra, ma ci ha anche fatto pure una "cresta" di 8.000 lire al metro quadro: un rialzo di oltre il 30%. Ha guadagnato sugli oltre 420 milioni pagati da "La Nostra Famiglia", speculando sulle necessit? di un ente benefico. Un comportamento non certo da campione, da campione nella vita. "Macch? beneficenza, Del Piero ha voluto tutto fino all'ultima lira. Ha acquistato il terreno a 19.000 lire al metro e ci ha rivenduto la met? di quello che ci serviva per aiutare i ragazzi disabili a 27.000 lire al metro", rimprovera Zaira Spreafico, la presidentessa dell'associazione con 10 centri riabilitativi in Lombardia e 10 in Veneto. "Per me ? stata una delusione sotto l'aspetto umano. Non speravo in una donazione, ma in un comportamento pi? sensibile da parte di un giocatore che guadagna miliardi per calciare un pallone", conclude. E pensare che quel terreno gli ? costato meno di dieci giorni di "lavoro".
...ovviamente la pagina ? destinata a crescere nel tempo..
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maxultrasbs
11:27am, Sat 31, Jul
PORCHERIE GOBBE TROVATE QUA E LA..
Troppo lungo... lo leggero' prima o poi... Eh eh eh !